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Il Tar Lazio annulla 5 nomine dei “super direttori” della cultura . Tra motivazioni e reazioni

Tar Lazio

Il Tar Lazio, ha pronunciato, con sentenza n°6170 del 24/05/2017, la nullità di alcune nomine dirigenziali di Musei, dichiarando illegittimo il metodo di assegnazione utilizzato dal Ministero dei Beni culturali.

Sono trascorsi solo pochi giorni dalla sentenza del Tar, ma l’argomento è diventato già cogente ed aspro. Contro la dichiarazione del Tar si è scagliato il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, che ha, in più di un’occasione, ricordato, quanto la manovra ministeriale abbia avvicinato i più alla cultura portando in auge un nuovo modo di viverla. Il Tar senza disconoscere nessun merito all’operato del ministro ha riscontrato illegittimità durante il procedimento di nomina e a queste si è appellato. Cosa importante, a cui, forse, non si è data la giusta importanza è che il Ministro opera lungo una linea politico-sociale; mentre il Tar si occupa di tecnicismi giuridici ed il suo intervento ha lo scopo di controllare la legittimità e l’aderenza dei procedimenti per la salvaguardia degli interessi legittimi presumibilmente lesi.

Muovendosi in due aree diverse, i due operati, non possono essere confrontati e l’esercizio dell’uno non esclude quello dell’altro.

La vicenda

A fare ricorso sono stati alcuni partecipanti al bando di gara che hanno riscontrato delle irregolarità nella loro esclusione.

L’appiglio normativo a cui ha fatto riferimento il Tar Lazio lungo tutto il suo ragionamento è il d.l. n°83 del 31 maggio 2014, convertito in legge nel luglio dello stesso anno.

Con il decreto del 2014 sono state introdotte le “Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e rilancio del turismo”. Da questo testo normativo è possibile estrarre due disposizioni interessanti per il caso. L’art 14 nel suo comma 2 bis in primis individua i poli museali e gli istituti della cultura statale considerati di particolare importanza nazionale, e che vengono considerati uffici dirigenziali. Questa disposizione si inquadra nella necessità di adeguare l’Italia agli altri Stati.

Il secondo dato normatico che si collega direttamente all’annullamento delle nomine riguarda la procedura di selezione pubblica (bando di gara) finalizzata all’occupazione di questi posti dirigenziali, all’epoca vacanti. La selezione avviene tra persone di “comprovata e particolare qualificazione professionale in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali e in possesso di una documentata esperienza di elevato livello nella gestione di istituti e luoghi di cultura“.

Questo decreto, convertito poi in legge, non è l’unico protagonista della scena. Regolamenti e disposizioni speciali sono stati successivamente emanati per meglio delineare la struttura di nomina e di direzione dei luoghi statali della cultura.

La contestazione dei ricorrenti parte, però, non dalla regolamentazione delle modalità, ma dal momento in cui i posti vacanti sono stati riempiti con “venti super direttori”. Tra questi figurano cinque dirigenti stranieri.

I candidati eliminati che hanno adito il Tar Lazio vanno da Modena a Reggio Calabria passando per i musei archeologici di Napoli, Taranto e Paestum. Analizzata la richiesta sollevata, il Tar ha risposto per ogni singolo punto.

A monte della contestazione vi è la presenza di candidati stranieri al bando, cosa che, non è prevista dal decreto legge 165 del 2001, che, nonostante l’evoluzione amministrativa e sociale, non è mai stato aggiornata e quindi recita una disposizione sebbene vetusta regolare e legittima. Sul punto il Tar aggiunge che se il Ministero avesse voluto far partecipare anche concorrenti stranieri, conoscendo la norma, avrebbe dovuto esplicitamente indicare questa possibilità.

Per quanto riguarda le modalità di assegnazione delle nomine, le procedure contestate riguardano soprattutto la “parte orale”, tenutasi a porte chiuse e talvolta via skype. Una modalità disapprovata e mai utilizzata per l’assegnazione di cariche pubbliche che danno diretto potere discrezionale. I colloqui così tenuti violano il principio di trasparenza e soprattutto quello di parità di trattamento tra i candidati.

Seguedo un ragionamento logico ed attento alla realizzazione delle pari opportunità e all’eliminazioni di distorsioni durante il procedimento di assegnazione di nomine, il Tar ha annullato le nomine, e ha dato ai riccorrenti la possibilità di rifarsi.

Questa sentenza tocca punti essenziali per la salvaguardia dei procedimenti di assegnazione di pubbliche cariche e soprattutto fa riferimento a normative in vigore, che chiaramente esprimono la loro forza e tutta la loro efficacia nel nostro ordinamento.

Le reazioni

La sentenza del Tar ha ricevuto molte critiche partendo dal ministro Franceschini e dal suo entourage che hanno sollevato la questione dei “musei senza dirigenti” conseguenzialmente la pronuncia del Tar.

Quello che preme ricordare, è che il Tar ha assicurato, tramite il suo operato, l’aderenza tra le norme e ha reintegrato gli interessi legittimi lesi. La nullità, infatti, non si basa sui curricula presentati, che a dire il vero sono più che adeguati, ma sulle modalità con cui si è arrivati a tale nomine.

I “musei senza diettori”, che in realtà è un fenomeno mediatico non reale, in quanto la dirigenza pubblica è una struttura fatta di uffici gradati che fondendosi riescono a salvaguardarne la vitalità, sono da ricondurre alle poco canoniche situazioni in cui sono stati effettuati taluni collo qui (porte chiuse e skype) e alla mancata specificazione della possibilità di concorrere data anche a candidati stranieri (una norma non si può presumere superata se non vi sono specificazioni o riforme legislative).

Franceschini, ora, dichiara di volere adire il Consiglio di Stato, le poltrone vivranno sospese, fin quando il Giudice Amministrativo di ultimo grado non dirà la sua.

Mirella Astarita

Mirella Astarita nasce a Nocera Inferiore nel 1993. Dopo la maturità classica prosegue i suoi studi presso la facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo Federiciano. Amante fin da piccola della letteratura e dei mondi a cui dà accesso, crescendo impara a guardare e raccontare con occhio critico ciò che la circonda. Le piace viaggiare, conoscere posti nuovi, sentire le loro storie ed immaginare come possa essere vivere lì. Di indole curiosa lascia poche cose al caso. La sua passione verso il diritto amministrativo nasce seguendo i primi corsi di questa materia. Attenta all’incidenza che ha questa sfera del diritto nei rapporti giuridici, le piace sviscerare fino in fondo i suoi problemi ed i punti di forza. Attualmente è impegnata nella stesura di una tesi di diritto amministrativo comparato, riguardante i sistemi di sicurezza.

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