Comune Unico: il caso Pescara
Gli incentivi alla fusione ed il trend positivo registrato dai Comuni neo-costituiti hanno spinto anche Pescara ad intraprendere l’iter per il Comune Unico. Le realtà interessate sarebbero tre (Pescara, Montesilvano, e Spoltore) ed il “mega Comune” – che avrebbe una popolazione di 186.145 abitanti per 94,95 km2 di superficie – prenderebbe il nome di Nuova Pescara.
1. Breve cronostoria
Il 29 maggio, a seguito della netta vittoria del Sì al referendum consultivo (64% dei votanti), la Cna di Pescara ha fatto presente al Consiglio Regionale della necessità di tradurre in atti istituzionali concreti la volontà popolare manifestata, chiedendo altresì di poter allargare il progetto, in futuro, anche ad altri centri dell’area urbana, come Francavilla e San Giovanni Teatino[1].
Tuttavia, essendo l’11 settembre scaduti i 60 giorni previsti dalla legge regionale per dar seguito al disegno di legge sull’oggetto del quesito sottoposto a referendum[2], il 7 ottobre i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle hanno presentato una proposta di legge, con prima firma di Riccardo Mercante, per attivare l’iter legislativo per Nuova Pescara. Proposta che, in sede di Assemblea elettiva, non è stata posta neppure all’odg.
Così, a gennaio 2015, Riccardo Magi e Valerio Federico (rispettivamente segretario e tesoriere di Radicali Italiani) hanno effettuato una interrogazione al Ministro dell’Interno Alfano, al quale hanno segnalato come “nonostante la grande partecipazione al voto della cittadinanza consultata e l’alta percentuale di risposte affermative espresse, il Presidente abbia violato la legge e il rispetto dello Stato di diritto costituzionale […] poiché non ha voluto dare alcun seguito all’attività istituzionalmente vincolata a Lui delegata dalla legge, che impone al Presidente pro tempore di emanare la legge in questione, che non può essere considerata un atto discrezionale dipendente dalla volontà politica, bensì un’attività istituzionale dovuta e obbligatoria”[3].
2. Le proposte legislative di fusione
Dopo una lunga attesa, il 5 febbraio 2016 sono state protocollate le proposte di legge regionale (a firma del presidente della Regione Luciano D’Alfonso) che dovrebbero istituire il Comune di Nuova Pescara:
- La prima di queste proposte prevede la fusione dei tre Comuni da gennaio 2019;
- La seconda, invece, contempla anche lo slittamento ad una nuova data, qualora i tre consigli comunali dei Comuni interessati decidano di approvare l’atto costitutivo dell’Unione dei Comuni. In questo caso l’obiettivo finale sarebbe sempre la fusione dei tre Comuni, ma i tempi si allungherebbero oltremodo[4].
In particolare, la prima proposta prevede la costituzione, senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio regionale, del “Comitato per la fusione” (composto dal Presidente della Regione e dai tre Sindaci dei Comuni coinvolti, assistiti da funzionari delle rispettive amministrazioni e da esperti) al fine di predisporre il “Programma generale per la fusione”[5], disciplinante i termini e le modalità del procedimento di fusione e, in particolare, la graduale creazione di forme di collaborazione, quali l’esercizio associato di funzioni o la gestione associata di servizi essenziali tra i Comuni coinvolti. Siccome tale Programma è l’unico atto (oltre allo Statuto) sottoposto all’approvazione vincolante dei tre consigli comunali, questi ultimi non potranno bloccare la fusione non votando il Programma, che peraltro è elaborato dai tre sindaci insieme con il Presidente della Regione[6]. Viene prevista inoltre la costituzione di un’apposita Assemblea costitutiva (composta da tutti i membri dei Consigli dei tre Comuni coinvolti), cui spetta coordinare e sviluppare il procedimento per la fusione[7] e, al contempo, di formulare una proposta di Statuto provvisorio del Comune[8].Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, inoltre, viene istituito con deliberazione da parte della Giunta regionale anche l’Osservatorio del processo di fusione dei Comuni, le cui modalità di funzionamento e la composizione sono regolate dalla Giunta regionale.
3. Situazione odierna
Ad un anno dal protocollo delle due proposte, tuttavia, queste sono ancora in attesa di approvazione. Il segretario dei Radicali, Alessio Di Carlo, ha definito “truffa politica” quella messa in piedi dal Presidente della Regione Luciano D’Alfonso, il quale «con quasi un anno e mezzo di ritardo ha depositato le due proposte che prevedono, prima di giungere alla nascita del nuovo Comune, la costituzione di organi pletorici e non previsti dalla legge». Questi ha altresì denunciato l’inesistenza di uno strumento sanzionatorio (quale il commissariamento) nelle ipotesi in cui i termini indicati nelle proposte di legge non dovessero essere rispettati. Inoltre, riferendosi alla legge per la fusione presentata dal Consigliere Riccardo Mercante “già sedici mesi sulle scrivanie della Regione in attesa di essere approvata”, afferma: «si tratta di un testo legislativo, del tutto analogo a quello che ha dato vita ad ogni altra fusione fino ad ora realizzata, che contiene in sé tutti gli istituti e le procedure necessarie alla istituzione di un nuovo Comune: dall’Osservatorio del processo di fusione, alle altre forme collaborative tra amministrazioni per il monitoraggio e l’elaborazione degli atti, Statuto compreso, fino alla disciplina degli aspetti più squisitamente tecnici della fusione». Tuttavia ciò che Di Carlo stigmatizza con maggior forza è la norma, contenuta in uno dei due testi a prima firma da D’Alfonso, che consentirebbe ai tre commi di optare per l’Unione dei Comuni: questa, infatti, oltre a rappresentare una realtà del tutto diversa e distinta rispetto a quella richiesta dai cittadini pescaresi con il voto del maggio 2014, rinvierebbe a data indefinita la conclusione del progetto di fusione.
Ad oggi lo scenario è ancora molto incerto, se si pensa che proprio di recente sono arrivate da parte dei Consigli comunali di Spoltore e Montesilvano le bocciature delle proposte di legge sopra riportate: gli organi in questione, infatti, pur specificando di non essere di fatto contrari ad un progetto di fusione, hanno dichiarato che i tempi ancora acerbi per compiere il “grande passo”[9]. More solito dunque: la fusione dei Comuni sembra nuovamente venir ingessata da dinamiche politiche che, oltre a deprimere la volontà delle popolazioni interessate, rendono ancora priva di autosufficienza (e, dunque, debole) la portata normativa dell’art. 133 Cost.
[1] Quotidiano “Il Centro”, 30 maggio 2014.
[2] Art. 30, L.R. 19 dicembre 2007, n. 44.
[3] www.collinedoro.net
[4] Progetto di Legge Regione Abruzzo n. 206/2016.
[5] Art. 1, comma 4, Progetto di Legge Regione Abruzzo n. 207/2016.
[6] Tratto da www.abruzzoindependent.it
[7] Art. 6, Progetto di Legge Regione Abruzzo n. 207/2016.
[8] Art. 7, Progetto di Legge Regione Abruzzo n. 207/2016.
[9] Tratto da www.primadinoi.it
Andrea Amiranda è un Avvocato d’impresa specializzato in Risk & Compliance, con esperienza maturata in società strategiche ai sensi della normativa Golden Power.
Dal 2020 è Responsabile dell’area Compliance di Ius in itinere.
Contatti: andrea.amiranda@iusinitinere.it