Introduzione.
Nonostante il love bombing non rientri in una categoria diagnostica, il termine viene impiegato per definire certe forme di abuso emotivo a cui sottendono tattiche manipolative dai risvolti non solo drammatici e di sofferenza, ma talvolta dagli esiti fatali, o quanto meno invalidanti per la vita dell’abusato e dai risvolti rilevanti sul piano giuridico per l’abusante.
Si cercherà, nel presente articolo, di far chiarezza sul significato del termine in riferimento alle varie casistiche e le forme attraverso le quali può manifestarsi, cercando di comprendere i motivi per cui la vittima fatichi molto spesso a riconoscersi tale e, infine, si paventerà il ventaglio delle possibili conseguenze del fenomeno sul piano giuridico e penale.
Definire il love bombing.
L’inizio di una relazione d’amore è sovente caratterizzato da forme di affetto, ammirazione, scambio di regali, telefonate e messaggi in quantità spesso maggiore rispetto a quanto accada successivamente, nel momento, cioè, in cui la relazione è avviata. Quindi, durante le prime fasi della conoscenza, il fatto di ricoprirsi di affetto ed attenzioni vicendevolmente, non è per nulla anomalo. Tuttavia, la manifestazione d’affetto può talvolta assumere tratti eccessivi tanto da rasentare il patologico e tanto che dovrebbe far accendere un campanello d’allarme, cosa che però spesso non accade in coloro che in prima persona vivono la relazione o che ne sono in qualche modo coinvolti.
Letteralmente “bombardamento d’amore”, il love bombing si concretizza in azioni ed atteggiamenti amorevoli appositamente attuati per manipolare emotivamente e controllare la vittima.
Eccessiva e repentina attenzione nei confronti di una persona, invio assiduo di messaggi d’amore o di apprezzamento, regali costosi e sproporzionati in rapporto alla durata della frequentazione o dell’inizio della relazione, sono solo alcune delle tecniche utilizzate dalla persona manipolatrice, che può giungere anche ad una sorveglianza costante sulla vita della vittima e sulla sua sfera di amicizie e conoscenze, nonché al ricorso a minacce o violenza fisica, verbale o economica.
L’origine del termine love bombing è relativamente recente e risale al 1995, quando Margaret Singer, psicologa e scrittrice statunitense, lo utilizza per la prima volta per riferirsi ad un modello di comportamento utilizzato da sette religiose, istituzioni, professionisti o persone comuni, con il fine di operare plagio, condizionamento e manipolazione.
Tale tecnica viene spesso messa in atto da individui narcisisti per esercitare il controllo sull’altro nella relazione di coppia, ma non solo, allo stesso modo infatti agiscono sette e gruppi religiosi per adescare e mantenere all’interno della loro cerchia i nuovi adepti.
Nonostante il ricevere tanto amore possa far credere alla vittima di stare vivendo la relazione perfetta, pur pensando che si tratti di una situazione troppo bella per essere vera, difficilmente riesce ad avere la percezione di trovarsi nelle grinfie manipolatorie di un narcisista, il quale mira ad ottenere fiducia ed affetto da parte dell’altro, per raggiungere uno specifico obiettivo personale.
La Singer, nel suo libro Cults and Our Midst, continua: “Questo processo di mostrare amicizia e interesse per la recluta fu inizialmente associato ad uno dei primi gruppi giovanili, ma venne ben presto adottato da numerosi altri gruppi come parte del programma di allettamento. Il love bombing è uno sforzo coordinato, generalmente su ordine della dirigenza, per sommergere reclute e neofiti di lusinghe, seduzione verbale, contatti corporei non sessuali ma carichi di affetto, e molta attenzione verso qualsiasi osservazione venga fatta. Il love bombing – o offerta istantanea di compagnia – è uno stratagemma ingannevole usato da molti reclutatori di successo.” [1]
Love bombing come tecnica di reclutamento nelle sette sataniche.
L’indottrinamento dell’adepto, al quale la setta viene paventata come dottrina di salvezza, avviene gradualmente, in modo tale da inculcare l’ideologia del gruppo a piccole dosi, inducendolo ad entrare nell’ottica mentale di un gruppo, che si palesa come accogliente, caloroso, affettivo, in una parola: familiare, proprio ciò che il neofita sta cercando. E come avviene tutto ciò? Con il bombardamento d’amore, con gratificazioni affettive e complimenti, in una quotidianità ricca di impegni condivisi con altri membri della setta, senza rendersi conto che tutto ciò contribuisce solamente al suo isolamento da amici e familiari d’origine. Confusione ed autosuggestione: “la volontà di restare parte del gruppo e di trovare questa verità promessa lo portano a non costruirsi una conoscenza critica. Non gli interessa se i suoi amici o familiari non ci credono, se ci sono i pessimisti e gli scettici che lo scherniscono. Lui vuole arrivare fino in fondo perché ha trovato un mondo dove tutti gli vogliono bene e lo proteggono, e dove peraltro sa che sarà sempre felice”.
La fase successiva è però quella in cui si attua una sorta di frustrazione affettiva, fatta di obiettivi sempre più elevati e conseguenti delusioni. Si genera così una reazione di dipendenza nell’adepto, che lo porta a perdere fiducia in se stesso e contestualmente a reagire rendendosi ancora più partecipativo all’attività della setta, similmente a quanto avviene in coloro che sviluppano la Sindrome di Stoccolma. In quest’ultima infatti la vittima di sequestro, rapimento, aggressione o altro tipo di violenza inizia ad avvertire sentimenti positivi nei confronti del proprio sequestratore, fino a colludere con lui. Molte volte si tratta di sottomissione volontaria al proprio aggressore.[2]
Segnali del love bombing.
È bene sottolineare che il riconoscere alcuni dei segnali tipicamente attuati dal love bomber, non significa automaticamente trovarsi all’interno di una relazione definibile come “tossica”, tuttavia può fungere da campanello d’allarme in grado di permettere di attenzionare alcuni atteggiamenti e può essere funzionale a porsi degli interrogativi o magari a chiedere aiuto prima che essi sfocino in eventi dagli esiti ben più gravi ed irreversibili.
Per valutare se detti atteggiamenti integrino reato, è importante intercettare ed analizzare le condotte tipicamente attuate. Vediamo di seguito quali siano i comportamenti che potrebbero far provare disagio nell’altro, soprattutto se reiterati nel tempo.
- Quantità eccessiva di regali. Si tratta di gesti esagerati, come regali inviati in posti non sempre appropriati, ad esempio sul luogo di lavoro, oppure oggetti molto costosi. Questa potrebbe essere una tecnica manipolativa per fare in modo che il ricevente si senta in debito nei confronti dell’altro.
- Costanti elogi e serrata seduzione. Le ammirazioni continue potrebbero, infatti, nascondere un sentimento non autentico: le grandi frasi d’amore o di apprezzamento, soprattutto in una fase in cui la conoscenza è relativamente breve, dovrebbe destare quantomeno un sospetto in merito alla veridicità del sentimento.
- Continui messaggi e telefonate. Atteggiamenti tipicamente più frequenti all’inizio di una relazione, ma da attenzionare laddove siano talmente frequenti ed insistenti da impegnare la giornata, al fine di scongiurare il fatto che si tratti di una modalità di controllo ed isolamento.
- Richiesta di attenzioni costanti da parte della vittima. Il love bombing si può concretizzare anche nella richiesta, da parte del manipolatore, di prestare attenzioni totalmente rivolte sulla propria persona.
- Impegno e coinvolgimento totalizzante nella relazione. Nonostante la conoscenza sia relativamente breve, può esserci proposta di matrimonio o di convivenza, come sinonimo di richiesta di un impegno profondo da subito nella relazione.
- Non vogliono che siano posti dei limiti. Il love bomber non vuole che gli siano posti dei limiti nelle sue manifestazioni d’amore e non vuole tirarsi indietro quando l’altro inizia a prendere le distanze dalla relazione. Non comprende che il rispetto passa innanzitutto dal rispetto del desiderio dell’altro.
L’obiettivo del love bomber.
La tattica manipolativa del love bombing sottende a degli obiettivi personali specifici e ad ampio spettro che il love bomber intende perseguire. Il legame che egli intende costruire mira ad ottenere e mantenere la fiducia da parte dell’altro al fine di poter avere il pieno controllo e il pieno potere, per poi abusarne emotivamente con lo scopo di concentrare su di sé le attenzioni. L’amore illusorio che trae in inganno la vittima, creando una forma di plagio psicologico, è spesso completamente fasullo: il sentimento tanto ostentato in realtà non è mai esistito e l’impegno tanto richiesto non è mai stata una volontà davvero contraccambiata.
La vittima, una volta agganciata, è caduta nella trappola e, in questa fase il love bomber si allontana, si rende meno raggiungibile e disponibile, i regali non esistono praticamente più, senza mai sparire però completamente. Talvolta poi la relazione prosegue in modo altalenante, il carnefice si riavvicina con la promessa di non allontanarsi più e di cambiare; invece la situazione peggiora e la vittima cade sempre più nell’isolamento e nell’attaccamento.
Aspetti giuridici.
La manipolazione psicologica e l’abuso emotivo attuati dal manipolatore, possono in qualche modo integrare fattispecie giuridicamente rilevanti? O meglio, posto che quella messa in atto dal love bomber sia una manipolazione che sfoci in una vera e propria violenza psicologica, quest’ultima quando e in che termini può considerarsi reato?
Essa, infatti, può avere conseguenze negative sullo stato di salute della vittima e portarla a sviluppare una forma di dipendenza emotiva dall’altro. Fino al 1981, la sottomissione di un individuo al volere di un altro, al punto tale da sviluppare un totale stato di soggezione, configurava specificatamente il reato di plagio ai sensi dell’art. 603 c.p., successivamente dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale con la sentenza del 9 aprile 1981 n. 96. I motivi che hanno portato la Corte a prendere tal decisione, già ampiamente descritti a proposito della trattazione del gaslight[3], concernono la mancanza di possibilità di definire il reato in modo univoco e netto, il che è in contrasto con il principio del diritto penale secondo cui ogni norma incriminatrice dev’essere determinata, chiara e precisa. L’obiettivo della Corte è stato quello di evitare che la statuizione in merito all’individuazione di quali elementi fossero da considerarsi integrativi dello stato di soggezione e quali no, fosse appannaggio ultimo ed esclusivo del giudice.
Da un lato si rileva, dunque, il vuoto normativo di fatto lasciato dal legislatore, dato che, dopo la citata sentenza del 1981, nessuna norma, che condannasse, o quantomeno delineasse, i criteri in modo chiaro e preciso per identificare il fenomeno del plagio, è stata introdotta. Dall’altro lato, è l’evoluzione del love bombing stesso, che può portare il soggetto a commettere azioni che integrino diverse fattispecie criminose. Questo accade nel momento in cui il love bomber conquista la fiducia della persona offesa, arrivando ad annientare completamente la volontà della vittima, la quale si trova così costretta, dietro minaccia o violenza, “a tollerare, fare od omettere qualche cosa”, integrando il reato di violenza privata punibile con la reclusione fino a quattro anni, ai sensi dell’art. 610 c.p.[4]
La conquista della fiducia della persona offesa può portare il love bomber ad evolvere i propri atteggiamenti in condotte in grado di integrare altre fattispecie di reato.
Tra questi, si pensi ad esempio alla diffamazione della vittima di fronte ad amici, parenti o conoscenti, con la quale si mira ad offendere l’altrui reputazione, punibile ai sensi dell’art. 595 c.p. o ancora, nei casi in cui il soggetto emotivamente abusato trovi il coraggio di prendere le distanze dal proprio carnefice, questi potrebbe mettere in atto condotte di stalking, mediante pedinamenti, molestie realizzate tramite frequenti ed assillanti telefonate e messaggi, direttamente alla vittima oppure anche a persone facenti parte della sua rete relazionale. Gli atti persecutori sono punibili ai sensi dell’art. 612-bis c.p. il quale, al primo comma, recita: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.”
Laddove invece la vittima non trovi la forza per distaccarsi dal proprio carnefice, rischia di entrare in un vortice di sottomissione sempre maggiore, in grado di comportare una soggezione psicologica sempre più totalizzante.
In altri casi ancora, invece, il love bomber è spinto dal desiderio di realizzare un profitto, dunque si tratta di un movente economico più che di una coercizione psicologica fine a se stessa. In questi casi si parla delle cc.dd. “truffe romantiche” o “truffe amorose”, dall’inglese “Love Scam” o “Romance Scam”, di cui sempre più spesso si sente parlare in televisione. Il truffatore utilizza solitamente la tecnica dell’adescamento online, dando il via ad un corteggiamento che prontamente si trasforma in vero e proprio bombardamento d’amore, per cercare di entrare in intimità con la vittima e conquistare la sua fiducia, anche tramite promesse di matrimonio. Durante questa fase, che può durare settimane o alcuni mesi, il manipolatore inizia a chiedere regali, poi somme di denaro e piccoli prestiti, che diventano via via sempre più esosi, a fronte dei quali adduce giustificazioni varie: dalle necessità finanziarie momentanee, al bisogno di cure ed interventi sanitari onerosi, oppure ancora afferma di essere stato derubato, aver subito un’ingiusta detenzione o aver avuto un incidente. Una volta raggiunto l’obiettivo ed ottenuta la somma di denaro necessaria o esaudita la propria richiesta, tronca la relazione e sparisce.
Sebbene possa talvolta apparire assurdo il fenomeno delle truffe romantiche, è più diffuso rispetto a quanto si possa credere ed è perpetrato nei confronti sia di uomini che di donne; il livello di preoccupazione è elevato non solamente in Italia, ma anche a livello internazionale, tant’è che l’FBI ha istituito speciali unità anticrimine per perseguire questa tipologia di reati.
Differenza tra love bombing e gaslight.
Vi è una sottile linea di demarcazione tra i due fenomeni, alla cui base, in entrambi i casi, resta l’agito dell’abusante sulla scorta di una manipolazione psicologica. Tuttavia, nel love bombing la fase manipolativa passa attraverso un corteggiamento iperbolico, dimostrazioni d’affetto o d’amore o attenzioni eccessive nei confronti dell’altro, per cercare di influenzare la propria vittima con lo scopo di concentrare su di sé le attenzioni. Esso è dunque una ricerca ansiosa ed egocentrica, spesso adottata, come detto, da un individuo narcisista, allo scopo di esaltare l’ego di chi lo mette in atto.
Il gaslight, invece, si concretizza in una serie di azioni manipolatorie subdole aventi come unico scopo quello di rendere la vittima completamente dipendente da sé, portandola lentamente a dubitare di se stessa e quindi di conducendola alla pazzia. Gradualmente la vittima viene isolata dalla propria rete di relazioni e la sua autonomia viene ampiamente scemata, le viene fatto credere di aver detto o fatto cose che in realtà non sono mai avvenute.
Conclusioni.
Sebbene possa apparire sempre semplice giudicare esternamente certi accadimenti, ben più difficile è rendersi conto di stare subendo una qualche forma di manipolazione psicologica che sarebbe importante interrompere proprio sul nascere, proprio in quella fase in cui si crede di essere amati davvero da una persona che, in realtà, si scopre troppo tardi essere solo innamorata di se stessa e alla ricerca spasmodica di attirare attenzioni sulla propria persona.
Accanto alle raccomandazioni di denuncia già dai primi segnali d’allarme che, come detto, non è facile percepire quando li si sta subendo, è importante rendere perseguibili gli atti manipolatori dal punto di vista emotivo e psicologico, sopperendo così al vuoto normativo che si è venuto a creare. Da questo punto di vista la giurisprudenza sembra aver intrapreso tale strada negli ultimi anni, andando verso la definizione di un quadro normativo in grado di definire gli elementi che in concreto possono integrare il reato di manipolazione mentale. Non solo, accanto ad esso, sarebbero auspicabili anche una serie di campagne tese a mettere in allerta le persone, specie le più sole e vulnerabili, affinchè si possa prevenire il fenomeno delle truffe amorose le cui conseguenze, oltre al danno economico che la vittima subisce, concernono anche il fatto che quest’ultima si trova a dover affrontare un danno morale ed impattante sul piano emotivo, sentimentale e personale, il tutto accompagnato anche dalla vergogna per essere caduta in una trappola tanto grande, da chiedersi come non abbia potuto accorgersi sin da subito della sua assurdità.
Come sempre è molto facile dare un giudizio ex post, ciò che serve davvero è intervenire in ambito preventivo.
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[1] Singer, Margaret (1996; 2003) in Cults in Our Midst. Revised edition, 2003. Wiley. ISBN 0-7879-6741-6
[2] Per approfondimenti sulla Sindrome di Stoccolma si rimanda all’articolo disponibile qui https://www.iusinitinere.it/sindrome-di-stoccolma-analisi-criminologica-e-rapporto-con-i-delitti-contro-la-persona-41715.
Per approfondimenti sull’Esercito della Salvezza si rimanda all’articolo disponibile qui https://www.history.com/this-day-in-history/salvation-army-founded
Per approfondimenti sul tema in ambio settario: Esposito P.F., Teggi E., Barbieri M.R., Turco M., Lorenzetti R., Lovecchio A., Grecchi J., Matuozzo A., Olivieri L., Zarrella A., “Il palazzo di Ade: manuale per il moderno criminologo” (2021, ASIN B09M96L9N9). p. 158-159
[3] Articolo disponibile qui https://www.iusinitinere.it/il-gaslight-40795
[4] Art. 610 c.p.: Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni.